Nato nel 1965, Tito Faraci è uno dei migliori sceneggiatori di fumetti attualmente su piazza; l'unico in grado di passare dal comico al drammatico, dal western al giallo, dall'horror ai super-eroi, senza apparente sforzo e senza mai abbassare di un millimetro la qualità di quello che scrive, che è sempre molto alta.
Ha scritto storie per Topolino, Pikappa, Dylan Dog, Martin Mystère, Zagor, Lupo Alberto, Diabolik, Nick Raider, Magico Vento ed è uno dei pochissimi italiani ad avere scritto anche per la Marvel: L 'Uomo Ragno, Devil e Capitan America.
Autore di Brad Barron, Tito ha scritto nel 2009 uno strepitoso - a giudizio del Piani - romanzo per ragazzi intitolato: "il cane Piero, avventure di un fantasma", che consiglio, spassionatamente, a tutti.
Quando lavori di preferenza?
La mattina. Cerco di fare il più possibile entro mezzogiorno, cominciando presto. Poi lavoro di lima, nel pomeriggio.
Descrivi il tuo studio...
Una sezione relativamente isolata di un loft, dove c'è altra gente che fa altri lavori (creativi, ma diversi dal mio). Un quadrato con due pareti di librerie e due bianche.
... E il tavolo su cui lavori. In base a che cosa l'hai scelto?
Me lo sono trovato lì quando sono arrivato. È grande, va bene.
Quando hai iniziato a fare questo lavoro usavi la macchina da scrivere? E se sì, com'è stato il passaggio al computer?
Sì, ho usato la macchina da scrivere. Nessun rimpianto, anche se mi ha fortificato. Il passaggio al computer è stato rapido.
Mentre scrivi fai delle pause?
Il meno possibile. A volte non rispondo al telefono.
Ascolti musica o tieni la TV accesa?
No. Una volta sì, anni fa. Oggi no.
Che cosa tieni sempre a portata di mano sulla scrivania?
Fogli per scarabocchiare.
Hai un'abbigliamento particolare per scrivere?
No.
Usi carta per prendere appunti?
Sì, sempre.
Che tipo di penne usi?
Solo nere. Scaramanzia.
Hai degli sfizi particolari collegati alla scrittura?
Vado a casa lasciando sempre qualcosa a metà, da finire. Mi aiuta la mattina dopo.
Disciplina o ispirazione?
Entrambe, ovvio. Genio e regolatezza.
Si può scrivere usando solo la tecnica?
Sì.
Da dove nascono le idee migliori?
Non lo so.
Sei mai stato "bloccato" dalla pagina bianca?
Molto di rado. Continuo a picchiare la testa contro il muro, finché non lo sfondo.
Libri o film per ispirarti?
Libri sempre. Sono un lettore professionista. Al cinema preferisco la tv.
Descrivi il tuo metodo di sceneggiatura.
Direi che è un approccio visivo. Descrivo un'immagine mentale che ho della scena, talvolta passando attraverso dei bozzetti.
Quante pagine di sceneggiatura scrivi in un giorno?
Cinque o sei. Mai di meno, quasi mai di più.
Le tue pagine sono molto dettagliate o tendi a lasciare libertà al disegnatore?
Sono dettagliate. Ma questo per me non significa non lasciare libertà al disegnatore. Significa farsi capire fino in fondo, con sincerità, stabilire una complicità.
Ti va di inviarmi una foto del tuo studio - fatta rigorosamente con il cellulare - da mettere in apertura di questa intervista?
Il mio vecchio BlackBerry, che mi ostino a non cambiare, non scatta le foto. Mi dispiace.
Allora metterò una tua fotografia.
3 commenti:
Grazie, è stato un onore e un piacere!
Spero che si capisca che su "genio e regolatezza" ridacchiavo.
Ciao
TF
Però è una definizione davvero bella...
E di Ezio Sisto, di Topolino. Me lo diceva un po' per prendermi in giro e un po' per farmi un (grosso) complimento, tanti anni fa.
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