domenica 24 ottobre 2010

Kiai



















In questi giorni riflettevo su che cosa sia importante per costruire una buona storia.
Quand'ero molto giovane - uno "scrittore libero e bello" per usare un'espressione cara a Renato Queirolo - pensavo che questo qualcosa fosse una trama ricca di colpi di scena e di azione. Poi ho capito, soprattutto grazie a R.Q. che i personaggi erano ancora più importanti di questo. Passato qualche anno ho aggiunto all'elenco anche la capacità di inserire, in una storia, dettagli credibili.
Okay: trama avvincente e colpi di scena, personaggi e sapiente uso dei dettagli, poi?
E poi c'è la cosa più importante senza la quale tutte le cose appena elencate non contano (quasi) nulla: la forza evocativa.
E mi sono ricordato una bellissima lezione tenuta da Andrea Pazienza alla scuola "Zio Feininger" di Bologna, che immeritatamente frequentavo a metà degli anni '80. Con l'aiuto di una spada da Kendo che, come una buona storia, avrebbe dovuto colpire il Kiai, il plesso solare, Andrea ci aveva spiegato da par suo che cosa significasse la parola "evocazione" e come fosse importante per uno scrittore.
L'evocazione è, per usare parole sue, la capacità da parte di un autore di fare in modo che il cuore del proprio lettore (o spettatore) riesca a pulsare una volta in più o in meno, che l'adrenalina circoli in modo più veloce o più lento e che le ghiandole secernino un liquido piuttosto che un altro: insomma, che qualcosa in chi legge (o guarda) quello che tu hai creato, cambi. Per sempre.

mercoledì 20 ottobre 2010

Unhappy days



















Un altro pezzo della mia infanzia che se ne va.
All'età di 83 anni, ieri è morto Howard Cunnigham.
Per me e per quelli della mia generazione è stato il padre ideale, quello che tutti avremmo voluto avere.
Affranto, mi unisco al dolore della moglie Marion, dei figli Richie e Joanie.
Ci mancherai Tom Bosley. Ci mancherai tantissimo.

La famosa invasione dei nazisti in Sicilia














Qualche anno fa un regista piuttosto famoso - di cui non farò il nome - mi chiese di lavorare a una sceneggiatura che aveva nel cassetto da anni. Un produttore era interessato a farne un film e voleva che io la sistemassi. Ogni regista che si rispetti è capace di autoconvincersi che ci sia un produttore interessato a qualcosa di suo, anche quando - ed è così la maggior parte della volte - non è così.
Ma torniamo a noi.
La storia era ambientata in Sicilia nel 1944, durante l'occupazione tedesca e raccontava di una bambina ebrea costretta a nascondersi per non essere deportata in Germania. A darle asilo era la vedova di un mafioso che, dopo la morte del marito, aveva iniziato a gestire, pur tra mille difficoltà, i suoi affari, diventando a sua volta un vero e proprio capomafia.
Il pitch non era nemmeno male, ma si portava dietro almeno due problemi:
a) Non c'era mai stata un'occupazione tedesca della Sicilia: gli alleati erano sbarcati sull'isola prima dell'8 Settembre.
b) Ci furono sì ebrei siciliani deportati in Germania, ma non dai nazisti. Furono i fascisti a farlo.
Per ovviare a questi "piccoli" problemi proposi due soluzioni:
a) Anticipare gli eventi di qualche anno e mettere i fascisti al posto dei nazisti (cosa che, però, ci avrebbe costretto a riscrivere parecchio).
b) Ambientare la storia non più in Sicilia, ma in qualunque altra parte d'Italia, occupata dai tedeschi (cosa che ci avrebbe costretto a togliere la mafia).
Il regista disse di non voler rinunciare né ai nazisti né alla Sicilia. Io cercai ancora per un po' una soluzione, senza riuscirci. Il regista si innamorò di un altro progetto.
E il film non si fece più.

martedì 12 ottobre 2010

Qualcosa che vale la pena fare














Diego Cajelli apre un laboratorio di sceneggiatura online. QUI trovate il post che dà avvio al tutto.
Diego ha un'esperienza quindicinale nel campo ed è un insegnante strepitoso: lo so perché tanti anni fa mi invitò a una sua lezione alla Scuola del fumetto di Milano e lo vidi all'opera.
Ovviamente non potrò iscrivermi al suo corso (a meno di non farlo sotto falso nome ;-) ma seguirò nell'ombra tutte le lezioni, sicuro di imparare qualcosa.

Quant'è grande questo campo da gioco?












Se il vostro è un film realistico c'è la possibilità che riusciate a farne a meno, ma se, invece, è un fantasy-horror-fantascientifico, allora non c'è verso di sfangarla.
Sto parlando della scena che io chiamo: "Quant'è grande questo campo di gioco?"
Ne ho compresa la necessita quando ho scritto per Lamberto Bava un Tv-Movie intitolato: "Presagi". Annalisa, la protagonista, era una medium e sognava omicidi che dovevano ancora accadere. Poco prima dell'inizio del secondo atto, ho inserito una scena in cui Harry - il co-protagonista - le domandava come funzionassero i suoi poteri. Le risposte di Annalisa servivano allo spettatore per stabilire che cosa, con i suoi poteri, lei potesse fare e che cosa no, insomma, ho fissato i confini del nostro campo di gioco.
Ieri sera ho visto "Inception" - bello - e mi sono imbattuto esattamente nello stesso tipo di cosa: lì per delimitare il campo di gioco, hanno usato, oltre alle parole, anche una scena apposita piena di effetti speciali, ma il senso era lo stesso.
E' stato divertente.

lunedì 11 ottobre 2010

Sherlock













Parliamo di Sherlock Holmes di cui sono, fin da bambino, un fan sfegatato.
Mettiamo il caso che la Warner Bros e la BBC decidano di usare il personaggio di Conan Doyle, rispettivamente, per un film e per una miniserie in tre puntate.
La Warner Bros decide di ambientare il film nell'800, restando in questo fedele ai romanzi.
La BBC decide di ambientare la miniserie ai giorni nostri, come aveva già fatto con l'eccellente Jeckyll, non a caso scritto dal medesimo autore: Steven Moffat, sceneggiatore anche di alcuni pregevoli episodi di Doctor Who e del nuovo film di Steven Spielberg su Tintin.
La Warner Bros affida il ruolo di Holmes a Robert Downey Jr. e quello di Watson a Jude Law.
La BBC affida il ruolo di Holmes a tale Benedict Cumberbact e quello di Watson allo sconosciuto, almeno da noi, Martin Freeman.
La Warner Bros spende per il film 90.000.000 di $.
La BBC spende per l'intera serie circa 2.000.000 di £. Poco più di 3.000.000 di $ al cambio attuale.
Sia il film che la serie hanno come scopo quello di rifondare il personaggio creato da Conan Doyle, rendendolo più moderno, eppure "Sherlock Holmes" di Guy Ritchie è un film a tratti divertente, fracassone, ma, alla fine, piuttosto deludente e piatto, mentre la serie "Sherlock" della BBC è molto bella e cattura, pur con tutte le sue infedeltà, l'essenza stessa di Holmes.
Quindi, che cosa concludere?
1) Che anche gli inglesi sanno fare delle ottime serie televisive: quando potremo dire lo stesso di noi italiani?
2) Che negli ultimi anni la televisione - anche quella europea a quanto pare - è in grado di rinnovare il nostro immaginario molto meglio di come sia in grado di fare il cinema.

venerdì 8 ottobre 2010

Raccontami una storia...















Se riduciamo le storie alla loro essenza ci accorgiamo che quelle possibili sono pochissime.
Sono moltissimi gli studiosi si sono dedicati a questo aspetto della narrazione.
Secondo Blake Snyder le storie si possono dividere in dieci categorie.
Eccole, "quotate" in parte dal sito "Sceneggiatura for Dummies" di cui ho già parlato:

01. Il mostro in casa.

- Un “Mostro”, soprannaturale, con grandi poteri e animato da una forte malvagità.

- Una “Casa”, uno spazio definito che può arrivare fino allo spazio profondo.

-Un “Peccato”, qualcuno colpevole di aver portato il “Mostro” nella casa, spesso per ignoranza o leggerezza.

Film: Alien, Attrazione Fatale, Scream, The Ring

02. Il vello d’Oro.

Componenti:

- “Una strada”, un qualcosa da percorrere nel tempo o nello spazio. Abbastanza lungo da rimarcare una crescita dei personaggi.

- Un “Gruppo” di cui l’Eroe ha bisogno per affrontare la sfida. Il gruppo rappresenta le qualità, la conoscenza e i poteri che l’Eroe non possiede.

- Un “Premio” dai poteri così primordiali che ha i poteri di ristabilire l’ordine nel mondo alterato dell’Eroe.

Film: Salvate il soldato Ryan, Ocean’s Eleven, Maria piena di grazia.

03. Fuori dalla bottiglia.

Componenti:

- Un “Desiderio”, spesso irraggiungibile, chiesto dall’Eroe o posseduto da altri che implica una situazione fantastica o anomala.

- Una “Magia” straordinaria e fuori dalle regole logiche che diventa logica, comune e attuabile tramite delle regole fissate nella storia.

- Una “Lezione” sintetizzata con “Stai attento a quello che desideri!”. Questo è il tema principale di questo genere di storie.

Film: Cocoon, Quello che le donne vogliono, Quel pazzo venerdì.

04. Un Tizio con un problema.

Componenti:

- Un “Eroe Innocente” che viene coinvolto nel problema inavvertitamente ed involontariamente.

- Un “Evento Scatenante” che arriva all’improvviso e modifica la normale vita del protagonista.

- Una battaglia per la sopravvivenza, personale o degli affetti dell’Eroe, o per la continuità di un modo di vita. Il range va dalla persona singola all’umanità intera.

Film: Die Hard, I tre giorni del Condor, Deep Impact.

05. Riti di passaggio.

Componenti:

- Un problema di “vita” in un arco che varia dalla pubertà alla morte.

- Un modo sbagliato di affrontare il problema spesso nel subconscio.

- Una risoluzione che comporti l’accettare una dura verità legata al problema che il protagonista ha combattuto.

Film: Ten, Kramer contro Kramer, Ordinary People.

06. Buddy love.

Componenti:

- Un “Eroe Incompleto” a cui manca qualcosa dal punto di vista fisico, etico, morale o spirituale. Questa mancanza gli genera dei grossi conflitti interiori.

- Una controparte che realizza o rende possibile questa mancanza o che ha qualità per compensare questa mancanza dell’Eroe. Spesso storie basate su un “Triangolo Affettivo” o su due coppie.- Una complicazione generata da incomprensione, una situazione, un punto di vista, dalle regole della società.

Film di esempio: Arma Letale, Titanic, Brokeback Mountain, The Black Stallion

07. Perché-l’ha-fatto?

Componenti;

- Un “Detective”, sia esso professionista o immaginario, che non cambia e non ha una crescita interiore durante tutto l’arco narrativo della storia.

- Un “Segreto” che coinvolge il caso della storia così grande da implicare denaro, potere, sesso o fama.

- Un “Colpo di scena Dark” che fa uscire il “Detective” fuori dalle sue regole morali ed etiche per rincorrere ed risolvere il “Segreto”.

Film: Quarto Potere, Blade Runner, Fargo, Mystic River, Tutti gli uomini del Presidente.

08. Il Folle Trionfante.

Componenti:

- Un “Folle” iper-sensibile, la cui forza è la sua innocenza e le sue maniere gentili sono motivo del suo stato di isolamento.

- Un “Gruppo Sociale”, una comunità le cui regole generano conflitti con il modo di vivere e pensare del protagonista. Classico esempio di “pesce fuor d’acqua” confinato in un ambiente in cui le regole emarginano il protagonista.

- Una “Trasformazione Totale” in cui il “Folle” diversa una persona nuova o totalmente diversa. Spesso include anche un cambiamento di nome o di identità, sia per sbaglio che per rimanere incognito.

Film: Oltre il giardino, Tootsie, Forrest Gump, Amadeus.

09. Istituzionalizzato.

Componenti:

- Ogni storia di questa categoria parla di un gruppo, di una famiglia, di un’organizzazione.

- La storia è una “Scelta” che confronta un singolo (preparato o impreparato) contro una persona che rappresenta il sistema.

- Un “Sacrificio”dipendente dalla “Scelta”.

Il finale ha tre opzioni per il protagonista:

- Unirsi con chi stava combattendo.

- Eliminare chi stava combattendo.

- Suicidarsi o immolarsi.

Film: MASH, Training Day, Crash

10. Supereroe.

Componenti:

- L’Eroe della vostra storia deve avere dei poteri speciali.

- L’Eroe deve essere opposto da un nemico (Nemesi) con forza e poteri al pari o superiori a quelli dell’Eroe.

- Una “Maledizione” sull’Eroe, il prezzo pagato per i suoi poteri, che riuscirà nel corso della storia a superare o a soccombere ad essa.

Film: Toro scatenato, Matrix, Il Gladiatore, Spider Man II


Di recente ho letto un bel libro scritto da Christopher Booker e intitolato: "The seven basic plot" che riduce le categorie di Snyder portandole a sette.


a. Il mostro sconfitto.

Storie in cui l’eroe sconfigge un mostro o allontana una minaccia, arriva alla conquista di un tesoro oppure della mano dell’amata

Come Davide e Golia a Gilgamesh, fino a Lo squalo e alla saga di James Bond.

b. Dalle stalle alle stelle.

Storie di persone del tutto normali che scoprono in sé una seconda e migliore identità.

Come Cenerentola, David Copperfield e Jane Eyre o i protagonisti dei film La febbre dell’oro o My fair Lady.

c. La rinascita.

Qui occorre prima che qualcuno muoia. E che si tratti di morte apparente. O, per lo meno, simbolica. Poi qualcosa succede. Ed è un miracolo. Per cui ritorna la vita e la luce

Come in Biancaneve, Il Canto di Natale, Delitto e Castigo e Tutti insieme appassionatamente.

d. La ricerca.

Avventure e peripezie all’inseguimento di un obiettivo o di una ricompensa. Un tesoro di inestimabile valore o l’oggetto del desiderio. La salvezza eterna o qualche forma di redenzione morale.

Come ne L’Odissea e ne La Divina Commedia, ma anche ne: Il giro del mondo in 80 giorni e I predatori dell’arca perduta.

e. La commedia.

Storie di travestimenti ed equivoci, imbrogli scoperti e appuntamenti mancati. Ma poi tutto si aggiusta, per cui tutto è bene quel che finisce bene.

Come ne L’Avaro, Le Nozze di Figaro e i film dei fratelli Marx.

f. Il viaggio e il ritorno.

Storie in cui succede qualcosa (un naufragio, un incontro o una guerra) ch proietta gli eroi in una dimensione sconosciuta.

Come in Robinson Crusoe, in Alice nel paese delle meraviglie o in Via col vento.

g. La tregedia.

E' una storia che finisce male. Ma non solo. È costruita secondo una sequenza, vero e proprio archetipo, di cinque tempi. Gli eroi sono sopraffatti da una passione che li porta al disastro e alla morte.

Come ne L’Orestea, Anna Karenina”, Madame Bovary e Lolita.

Sangue vero



















Non c'era bisogno di aspettare questa serie giunta ormai alla terza stagione, per capire che Alan Ball era un genio - "American beauty" e "Six feet under" stavano già lì a dimostrarlo - ma "True blood" ne è la riprova.
L'idea di partenza, mutuata dai romanzi di Charlaine Harris da cui il serial è tratto, è che esista un preparato chiamato "True Blood", una sorta di sangue sintetico, che può sostituire l'alimentazione naturale dei vampiri. Grazie alla commercializzazione di questo prodotto, i vampiri hanno potuto finalmente fare outing e la gente ne ha scoperto l'esistenza.
Ma Ball fa di più. Partendo da una serie di romanzi non eccelsi e da elementi già introdotti da Anne Rice e da molti altri - in primis l'esistenza di una società vampirica con regole e leggi proprie - crea un mondo assolutamente credibile e affascinante che si nutre, oltre che di tutto il coté vampirico, anche di una impressionante quantità di altri miti e creature: i licantropi, le baccanti, i mutaforma, le donne pantera e, ora, anche le fate.
Se le prime due stagioni erano notevoli la terza è veramente impressionante: sia per la quantità di gore, insolita anche per una rete come la HBO, che per la profondità delle tematiche espresse e l'incredibile complessità della scrittura e di tutti i personaggi, anche quelli minori.
Dimenticatevi di "Twilight" e dei "Vampire diaries", ma anche di "Buffy": qui si fa dannatamente sul serio.

lunedì 4 ottobre 2010

Strutturare
















Ma come si struttura un episodio di una fiction o, più specificatamente, una singola scena? Quali sono gli errori da evitare sempre e comunque?
Esistono alcune regole spiegate molto bene da Lilie Ferrari nel suo libro: "Come funziona una soap-opera" - edito dal non mai abbastanza lodato Dino Audino Editore - che valgono per ogni prodotto seriale.
Eccole!
STRUTTURARE UN EPISODIO
- Inizia presto i nuovi fili narrativi: non introdurre una nuova storia a metà di un episodio, perché questo creerebbe una sensazione di squilibrio.
- Se devi chiudere un filo narrativo nel tuo episodio, fallo presto.
- Fai dei rapidi Pick up delle situazione esistente nella storia
- Chiediti sempre: “Questa scena fa andare avanti la storia?”. Se non lo fa, tagliala.
- Elimina i personaggi che entrano per poche battute e la cui funzione potrebbe essere adatta a un personaggio più importante.
- Non far raccontare una scena a un personaggio: mostrala!
- Non rompere il filo. Ogni pezzettino di scrittura drammatica dovrebbe avere un “filo di tensione” che lo percorre, che non dovrebbe mai essere spezzato. Cii devono sempre essere delle connessioni, per quanto sottili, che leghino le scene.
- Per far parlare i tuoi personaggi non usare mai dei monologhi.
- Ogni scena deve riguardare i personaggi che sono in quella scena.
- Non disporre i plot all’inizio della sceneggiatura.
- Rispetta la continuità.
- Cerca i modi intelligenti e vari cui poi combinare i vari fili narrativi nei set che hai a disposizione.
STRUTTURARE UNA SCENA
- Molte scene cominciano con una chiacchierata a vanvera che ha poca utilità e verrà probabilmente tagliata in un secondo momento. Quindi dai un’occhiata alla tua scena e vedi se può cominciare più tardi. Cerca sempre di finire la scena prima di quello che ti dice l’istinto.
- Evita i convenevoli nel dialogo.
- Lascia stare tutti i “prego” e il “grazie” nel tuo copione.
- Evita lunghe e complicate spiegazioni.
- Evita che i tuoi personaggi si rivolgano l’un l’altro chiamandosi sempre per nome.
- Non scrivere troppo. Taglia il più possibile le parole e metti le emozioni nelle indicazioni di regia.
- Leggi i tuoi dialoghi sempre ad alta voce.
- Evita i modi banali per tornare a una scena lasciata in precedenza.
- Non far dire dei personaggi: “Non ti ricordi? Ti ho già detto…”
- Non essere mai uno sceneggiatore pigro.
- Ricordati che stiamo scrivendo per televisione, non per la radio.
- Non usare indicazioni di regia troppo tecniche.
- Ricorda sempre di che cosa tratta la tua scena e tieni sempre presente il sottotesto.
- Ogni scena può avere un solo fuoco.
- Fa in modo che tutti personaggi parlino per se stessi.
Nel mio piccolo ho sempre cercato di attenermi ad ognuna di queste regole e mi sono sempre trovato bene.