venerdì 10 settembre 2010

Kalinda













Nel mio personale pantheon di memorabili personaggi femminili protagonisti dei telefilm americani c'è una new entry.
Dopo Margie Simpson, Brenda Lee Jones (The closer), la dottoressa Cuddy (House), Joan Holloway (Mad man), Shirley Schmidt (Boston legal), Calamity Jane (Deadwood), Lorelay Gilmore (una mamma per amica) - cito alla rinfusa e, sicuramente, ne ho dimenticati altri - ecco Kalinda Sharma (The good wife).
Kalinda è un'investigatrice di orgine indiana e lavora per lo studio legale "Stern, Gardner & Lockhart". Ama le armi, ha ottimi rapporti con la maggior parte dei poliziotti di Chicago, che l'adorano, e ha lavorato per due anni nell'ufficio del procuratore.
E' interpretata da Archie Panjabi che, per questo ruolo ha vinto, nel 2010, un meritatissimo Emmy come migliore attrice non protagonista.
Kalinda è cinica e pragmatica. Ha una bella voce, molto sexy, è avvenente, anche se in modo non convenzionale, ma è una dura. Malgrado queste caratteristiche è quanto di più lontano dallo stereotipo si possa immaginare.
C'è uno splendido scambio di battute in quello che è, a parere di chi scrive, il migliore episodio della prima stagione (18), uno di quei dialoghi che lasciano uno sceneggiatore preda di una forte invidia.
Kalinda deve aprire un'armadietto e sta cercando di convincere l'addetto a farlo.
- Mi dà la chiave? - gli chiede.
- Non ha bisogno di un mandato?
- Sì. Se fossi della polizia... Potrei procurarmi delle cesoie, ma sarebbe più semplice se lo aprissi e basta.
L'addetto è perplesso. - Quindi lei non è della polizia?
- No.
- E non è nemmeno della sicurezza del campus?
Kalinda scuote leggermente la testa: - Uhm, uhm.
- L'addetto si guarda intorno sempre più perplesso, poi: - Allora chi è? - chiede.
- Kalinda.

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