Amer ("amare", ma foneticamente "amaro") è un film belga - ma italiano nell'anima - scritto e diretto dalla coppia Bruno Forzani & Helene Cattet che non delude sicuramente chi, come me, è un fan sfegatato di Dario Argento e di tutto il cinema italiano degli anni '60/70 (a questo proposito: che meraviglia il manifesto!).
Dal regista romano i due autori prendono l'essenza: la grammatica cinematografica che sta alla base di tutto il suo cinema migliore - quello degli anni '70 e dei primi '80: fino a Tenebre compreso, per intenderci - e il binomio erotismo/morte, qui analizzato con perizia filologica, vivisezionato e portato ad ancora più estreme conseguenze.
Amer è un film lentissimo, costruito tramite dettagli, sperimentazioni assortite, silenzi (molti), suoni e rumori, che racconta tre segmenti della vita di Ana.
L'INFANZIA. In cui Ana bambina interagisce con il cadavere del nonno appena morto - così somigliante a Helena Markos, la regina nera di Suspiria - e viene perseguitata da una misteriosa vecchia, vestita di nero, che la spia e cerca di ghermirla all'interno della grande villa in cui la bambina vive con i genitori. In questa prima parte - la migliore a detta di chi scrive - troviamo tutti gli incubi e le paure infantili possibili immagnabili.
L'ADOLESCENZA. In cui, durante un'assolata e calda giornata estiva, Ana prova i primi turbamenti sessuali, tra una madre repressiva, quartine dell'inferno dantesco sulla vetrina di un negozio, un ragazzino che gioca a pallone e una banda di motociclisti.
LA MATURITA. In cui Ana torna alla villa che l'ha vista bambina. E qui le citazioni, soprattutto, da Profondo rosso e Tenebre, si sprecano in un crescendo horror che culmina in un finale davvero insostenibile.
A tratti, i due registi appaiono, per dirla con il mio amico Alberto Ostini, un po' prigionieri del loro narcisismo, ma girano dannatamente bene e mi chiedo che cosa potrebbero fare se avessero in mano una vera sceneggiatura e una storia compiuta. Stando a quello che si vede qui, davvero molto: quindi non ci resta che aspettarli al varco ;-)
Malgrado qualche lentezza di troppo - ma reggete voi 90 minuti con tre-dialoghi-tre in tutto il film - Amer inanella una serie di scene davvero felici e di momenti di pura tensione, valorizzati da una colonna sonora anni '70, in cui spiccano tre memorabili brani poliziotteschi del maestro Stelvio Cipriani: La polizia sta a guardare, La polizia chiede aiuto e La polizia ha le mani legate. E lì, su quelle note, è inutile nascondere che il vostro si è proprio commosso.
Ecco, qui di seguito, il trailer del film:
2 commenti:
Bravo Stefano.
Ti seguo da un po' di tempo: i tuoi commenti e le tue osservazioni sono deliziosi e incuriosiscono sempre.
Questo post l'ho linkato sulla mia pagina FB.
Grazie.
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