Dopo una serie di pellicole facilmente dimenticabili, ho visto tra ieri e oggi due film che mi hanno molto colpito.
Rare exports: a Christmas Tales è una favola finlandese ambientata in Lapponia, nei pressi del monte Korvatunturi. E' qui, nelle profondità di queste montagne, che un gruppo di operai ritrova, congelato, Babbo Natale. Il problema è che quello del film non è esattamente il simpatico vecchietto della tradizione.
- Il Babbo Natale della Coca Cola è solo una leggenda, - dice Pietari, il piccolo protagonista, dopo avere capito, grazie all'aiuto di alcuni vecchi libri, che cosa sia veramente emerso dalla montagna. Sì, perché il vero Santa Klaus è una sorta di gigantesco caprone, con tanto di corna ritorte, che ha al suo servizio una moltitudine di orrendi elfi, incaricati di procurargli il cibo di cui è ghiotto: i bambini. Proprio a causa di questo suo vizietto, alcuni secoli prima, i lapponi lo avevano imprigionato nel ghiaccio, prima di rinchiuderlo nelle profondità del Korvatunturi . Da cui, ora, sta per uscire.
Pietari capisce in fretta perché i suoi amici stiano sparendo uno dopo l'altro e a che cosa servano i termosifoni che vengono rubati dalle case, ma suo padre e gli altri adulti - come nella migliore tradizione del genere - non vogliono dargli retta.
Racconto di formazione, Rare exports: a Christmas tale è un film davvero molto divertente - Spielberghiano, per certi versi, anche se più cattivo - adatto a un pubblico di ragazzi(ni) e consigliatissimo a tutti quelli che vogliano rifarsi la bocca dopo tutte le sdolcinatezze natalizie.
Ben diverso è il secondo film. Dream home racconta, con abbondanza di gore e splatter, la storia di Cheng Lai-sheung, una giovane donna di Hong Kong che entra in un condominio e inizia ad uccidere uno a uno, e nei modi più efferati e originali le persone che lo abitano. Gli omicidi vengono mostrati senza nascondere nulla, in un crescendo di orrore, e sono intercalati da numerosi flashback che raccontano il passato di Chang Lai-sheung, provando a spiegare i motivi per cui la ragazza sia arrivata a compiere quel sanguinario massacro. Anche il movente più assurdo - e quello di Chang Lai-sheung lo è - può essere raccontato e risultare comprensibile allo spettatore, se dietro alla macchina da presa c'è un regista raffinato e talentuoso, anche nei molti eccessi, come Pang Ho-Cheung.
A tratti davvero insostenibile e pervaso da un amarissimo sarcasmo, Dream home è uno slasher decisamente atipico, ma è soprattutto una violenta critica al modello di sviluppo Hongkonghese che privilegiando l'interesse e l'arricchimento al benessere dei propri cittadini, sembra avere prodotto solo alienazione e macerie antropologiche.
Ecco, qui di seguito, i trailers dei due film:
1 commento:
interessanti visioni! grazie per i suggerimenti!
smoky saluti :)
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