Prima di ritornare ai miei soliti temi, volevo chiudere la serie di post "politici" - ben tre su quattro nell'ultima settimana - con una bellissima e disperata poesia scritta nel 1983 da quello che io considero il più grande poeta Italiano del secondo novecento: Giorgio Caproni.
Mi scuso se gli spazi degli a capo non corrispondono esattamente a quelli voluti dall'autore, ma il sistema di scrittura di Blogger questo permette.
La poesia è tratta dalla raccolta Res Amissa e si intitola Show.
Guardateli bene in faccia.
Guardateli.
Alla televisione
magari, in luogo
di guardar la partita.
Sono loro, i "governanti".
Le nostre "guide".
I "tutori"
- eletti - della nostra vita.
Guardateli.
Ripugnanti.
Sordidi fautori
dell'"Ordine", il limo
del loro animo tinge
di pus la sicumera
dei lineamenti.
Sono
(bel pasciuti) i nostri
illibati Ministri
Sono i Senatori,
I sinistri
- i provvidi! - Sindacalisti.
"Lottano" per il bene
del Paese.
Contro i Terroristi
e la Camorra.
Loro,
che dentro sono più tristi
dei più tristi eversori.
Arrampichini.
Arrivisti.
In nome del Popolo
arraffano (Avanti!
Sempre Avanti!)
capitali - si fabbricano
ville.
Investono
all'estero, mentre "auspicano"
(Dio, quanto auspicano!)
pace e giustizia.
Loro,
i veri seviziatori
della Giustizia in nome
(sempre, sempre in nome!)
del Dollaro e dell'Oro.
Guardateli i grandi attori:
i guitti.
Degni
- tutti - dei loro elettori.
Proteggono i Valori
(in borsa) e le Istituzioni...
Ma cosa si nasconde
dietro le invereconde
Maschere?
Il Male
che dicono di combattere?...
Toglietemeli davanti.
Per sempre.
Tutti quanti.
5 commenti:
Non male. Sono contrario alle virgolette nelle poesie e quei due punti prima di guitti stonano come Celentano mentre canta Azzurro ( '' volevo dare l'idea di un ragazzo che canta in bici ! '' see, sarà. E come la mettiamo con il commercial in cui Paso-double canta sfornescion ? ) ma è un docu interessante.
Negli eighities ero aiuto sciampista in una bottega nella capitale - il servizio di leva mi aveva fatto innamorare della Cecchignola e dell'EUR - e Nello Venditti era uno dei miei migliori clienti. Da tempo si affida a terzi, ma credo si veda.
Non ho orecchio e non sono mai andato oltre ''quando gli angioletti discesero dal cielo/ lo fecerò soltanto per fare la pipì '' , ma le parole di Show - ed i riferimenti al PSI - hanno risvegliato un ricordo.
Chiamo immediatamente Nello e ho la conferma ( '' Avevo letto la poesia in una rivista mentre aspettavo con i bigodini sulla capoccia '' ) che da cosa nasce cosa ( '' e ho composto in due secondi l'Ottimista '' - dedicata
a Bettino Craxi ndr ).
E cosa è successo poi ? ho chiesto al papà di Grazie Roma che mi ha risposto: '' Ho aspettato troppo prima di passare sotto l'asciugacapelli e la chioma era moscia come lo stornello di un dilettante ''.
Nella poesia originale non ci sono virgolette, ma << e >>, solo che qui non sono riuscito ad inserirle ;-)
Grazie. Devo proprio leggere + poesie. Ho una attenuante generica: sono stato traumatizzato anni fa da uno spot in cui un banbino scendeva scale condominiali cantando: dopo la pioggia viene il sereno/brilla bel cielo l'arcobaleno.
Non sono particolarmente sensibile - ho sempre pensato che il Freddicrugher era tale e quale il bagnino che noleggiava i pedalò a Finale, ma meno inquietante - però quel piccolo che si perdeva in una spirale concentrica mentre la sua voce scemava turba ancora oggi i miei sogni. Immagino che uno sceneggiatore che ha lavorato con Dario Argento possa comprendere.
Credo che il mio ''bene smarrito '' sia la capacità di ascoltare la melodia delle cose, ipnotizzato, come sono da sempre, dal ritmo. Paz.
Rimetto il commento corretto, mi erano scappati due punti di troppo:
Ciao, Stefano!
Questa canzone di Edoardo Bennato è contemporanea alla poesia (1983), e piuttosto simile nell'andamento:
http://www.youtube.com/watch?v=zczsYSKSH6U
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