domenica 5 settembre 2010

Trucchi d'autore 1: Stefano Piani















... E com'è ovvio, il primo a rispondere alle mie stesse domande, sono io.

Quando lavori di preferenza?
Tutti i giorni compreso il sabato. Vado in ufficio alle 9 ed esco elle 18, con un'ora di pausa per il pranzo. La disciplina è importante. Poi magari posso passare il pomeriggio a leggere o a guardare telefilm sul computer, però devo stare lì, nel mio studio, cascasse il mondo.
Descrivi il tuo studio...
E' piuttosto grande e pieno di pupazzi - personaggi di film horror soprattutto - gadget e giochi - il guanto di Kruger, un subbuteo originale degli anni '70 - e di libri: a migliaia (più di 10.000 in realtà, tra libri e fumetti). Sulla parete davanti alla scrivania, ho la stampa di un quadro di Magritte: "L'impero delle luci". E' molto bello e lo guardo spesso. Non so se l'avete presente: c'è una casa in mezzo a una specie di bosco. E c'è un lampione acceso che illumina la porta d'ingresso riflettendosi in uno specchio d'acqua. Sembra che sia notte, fino a quando non alziamo lo sguardo su un cielo completamente azzurro. Poi c'è l'immancabile macchina del caffé e una sagoma a grandezza naturale di uno dei miei miti: Homer Simpson.
... E il tavolo su cui lavori. In base a che cosa l'hai scelto?
E' di vetro ed è una copia di un famoso tavolo disegnato da Le Corbusier. L'ho scelto, oltre che perché è bellissimo, perché è molto grande - più di tre metri - e mi permette di gestire meglio l'enorme quantità di cose che tengo sempre sulla scrivania.
Quando hai iniziato a fare questo lavoro usavi la macchina da scrivere? E se sì, com'è stato il passaggio al computer?
Uso il computer - sempre e solo Mac - fin dai primi anni '90 quindi, almeno professionalmente, sono scampato la macchina da scrivere.
Mentre scrivi fai delle pause?
Molte. Ma qualunque cosa io faccia quando sono in studio, va sempre considerata lavoro.
Ascolti musica o tieni la TV accesa?
In studio non ho la televisione, mentre ascolto sempre la musica, soprattutto classica o jazz. Qualche volta Dylan o Springsteen. Quasi mai musica italiana. Malgrado abbia un'enorme capacità di astrarmi mentalmente dal luogo in cui mi trovo, la tentazione di seguire il testo riaffiorerebbe di tanto in tanto, disturbando la mia concentrazione.
Che cosa tieni sempre a portata di mano sulla scrivania?
La scatola dei sigari e "The Hollywood standard", libro di cui ho parlato in un precedente post.
Hai un'abbigliamento particolare per scrivere?
No. L'importante è che sia comodo.
Usi carta per prendere appunti?
Blocchi legal con i fogli gialli, come gli avvocati americani. Li uso per scrivere idee improvvise o per fare disegnini. Poi i fogli che meritano li infilo in un raccoglitore ad anelli.
Che tipo di penne usi?
Stilografiche soprattutto. E più pesanti sono e meglio è.
Hai degli sfizi particolari collegati alla scrittura?
Un sigaro" toscano originale" fumato alla maremmana, alle due del pomeriggio, dopo il caffé. Il momento più piacevole della giornata.
Disciplina o ispirazione?
Moltissima disciplina e un po' di ispirazione ogni tanto.
Si può scrivere usando solo la tecnica?
Sì. E possono venire fuori anche delle cose egregie. Ma non di quelle che si ricordano.
Da dove nascono le idee migliori?
E chi lo sa. Io penso che a volte sia questione di fortuna. Leggi una frase, vedi una cosa in un preciso momento e questa ti porta altrove: se l'avessi letta anche solo qualche minuto dopo o prima, forse non avrebbe prodotto lo stesso risultato.
Sei mai stato "bloccato" dalla pagina bianca?
No. Io sono una macchina: quando mi siedo alla scrivania inizio a scrivere, senza se e senza ma. Quando è ora di smettere lo decido io, non succede mai che smetta perché ho esaurito le idee o perché sono stanco. Smetto perché sono le sei ed è arrivata l'ora di andare a casa.
Libri o film per ispirarti?
Sempre. E adesso che ho scoperto lo streaming è davvero una pacchia: in pochi istanti hai il film che ti interessa e la scena che ti serviva sul tuo computer.
Descrivi il tuo metodo di sceneggiatura.
Scrivo sempre a piccoli blocchi di pagine (4 o 5, raramente di più), cercando di finire la scena prima di inviare la pagine al disegnatore. Di solito so più o meno che cosa deve succedere, ma poi quando inizio a scrivere tutto cambia e, spesso, la scena finita è completamente diversa da quella che avevo in mente: ma visto che di solito scrivo senza avere un soggetto questo non è un problema. Succede anche che, in seguito a un'idea, se non ho già inviato le tavole precedenti allo sceneggiatore, butti via tutto e ricominci daccapo.
Quante pagine di sceneggiatura a fumetti scrivi in un giorno?
Se mi dedico solo a quello, anche una quindicina.
Le tue pagine sono molto dettagliate o tendi a lasciare libertà al disegnatore?
Dipende dal disegnatore. Quelli di cui mi fido possono anche ritrovarsi con descrizioni di mezza riga. Però, in genere, tendo a lasciar decidere la scelta dei campi e dei piani da usare al disegnatore.
Ti va di inviarmi una foto del tuo studio - fatta rigorosamente con il cellulare - da mettere in apertura di questa intervista?
Certo. Visto che la cosa l'ho proposta io sarebbe assurdo se mi tirassi indietro.

1 commento:

claudio ha detto...

Peccato che nella foto del tuo studio non si veda il Subbuteo!

claudio
http://oldsubbuteo.forumfree.it/