mercoledì 8 settembre 2010

Come non scrivere un romanzo (II puntata)



















Elenco qui di seguito i titoli di alcuni paragrafi del libro: "Come non scrivere un romanzo" - di cui ho già parlato QUI - che ho trovato particolarmente divertenti.
Si riferiscono, è bene ricordarlo, agli errori più comuni che uno scrittore può commettere e che, secondo gli autori del libro, faranno finire il suo manoscritto in un cestino invece che in libreria.
"Ma un meteorite può sempre cadere, giusto?" ovvero quando l'autore bara.
Gli gnomi rubamutande, ovvero quando si omettono i passaggi essenziali.
Addio lettore crudele! ovvero quando ci si sbarazza per comodità di un personaggio scomodo.
Da oggi con il 20% di sunto in più, ovvero quando l'autore riassume ciò che ha raccontato nelle ultime 300 pagine.
Una giornata (non) particolare, ovvero quando i dettagli non servono a dar vita a un personaggio.
L'entourage dei cloni, ovvero quando gli amici del protagonista proliferano in una massa indistinta.
Gli uomini vengono da cliché, le donne da stereotipo, ovvero quando i personaggi corrispondono a stereotipi del genere.
Nella mente di un criminale, ovvero quando la motivazione dietro le malefatte del cattivo è solo quella di fare il male.
Però vuole tanto bene alla sua mamma, ovvero quando anche i cattivi hanno un cuore.
Il discorso d'addio, ovvero quando il cattivo confessa, contro ogni logica, le sue malefatte; contiguo a questo è il paragrafo successivo intitolato L'enigmista, ovvero quando la macchinazione del cattivo è più complessa della teoria delle stringhe.
Asserì l'uomo, ovvero quando l'autore è troppo bravo per accontentarsi di un "disse".
Il ventriloquo, ovvero quando tutti i personaggi parlano con una sola voce: quella del narratore.
"Ciao, sono mamma", ovvero quando i personaggi dicono ciò che è ovvio.
El forestiero, ovvero quando la parlata di uno straniero è resa in modo penoso.
"Salve, sono il cavaliere medioevale", ovvero quando sono i personaggi a fornire il concetto.
"Ehilà, Carlo Magno, come ti butta in guerra?" ovvero quando l'autore non padroneggia l'idioma.
Insomma, leggete questo libro: non ve ne pentirete.

4 commenti:

gianluca ha detto...

molti di questi elementi sono colonne portanti del fumetto bonelliano. Il cattivo che spiega senza motivo il suo piano invece di ammazzare l'eroe, personaggi che si parlano riassumendo cose successe 3 pagine prima.. e che ENTRAMBI sanno già!

St. ha detto...

Ehm... e anche di molte mie storie ;-)

gianluca ha detto...

ahahah allora promettici solennemente che almeno in Nathan Never ridurrai al minimo i cattivi chiacchieroni

St. ha detto...

Promesso.