venerdì 18 marzo 2011

Le scarpe strette












L'altro giorno sono andato a comprare un paio di scarpe. Sapevo già che cosa cercavo - marca e modello, sono uno preciso - e il negozio in cui sono entrato, le vendeva. La commessa mi ha chiesto che numero portavo e io le ho riposto: - 45.
Lei mi ha pregato di seguirla e si è incamminata su per una scala: strano, di solito spariscono nel retro, lasciandoti nel negozio e poi ritornano con la scatola; ma va bene lo stesso. Abbiamo fatto due piani e siamo arrivati in una sorta di magazzino dove erano impilate centinaia di scatole di scarpe.
La commessa ha guardato, poi si è girato e mi ha detto, testuale: - Mi dispiace, ma abbiamo solo fino al numero 42, - poi: - Le vuole lo stesso?
Per un attimo sono stato tentato di rispondere di sì: che adoro portare scarpe di tre numeri più piccole, ma poi ho lasciato perdere.

3 commenti:

Moreno Burattini ha detto...

Forse, nel portarti in un luogo appartato, c'era una proposta erotica che tu non hai colto.

:-)

E anche la metafora della "misura stretta" in cui sforzarsi per entrare è un chiaro sottinteso

^_____^

Bisogna essere pronti a cogliere le allusioni. ;-)

St. ha detto...

Cavolo, Moreno, sai che non ci avevo pensato?
Mannaggia!

Pier ha detto...

Allora cosa avrei dovuto cogliere in questa situazione?
In farmacia. Al mio turno chiedo alla commessa.
"Vorrei una scatola di -Pevaril schiuma-"
E lei prontamente: "Topico o ginecologico?"
"... è per me!"
"Sì ma lo vuole topico o ginecologico?"
Topica mia che non l'ho invitata nel retro per i doverosi chiarimenti?