domenica 21 novembre 2010

Psychoville
















E mentre qui da noi, RAI e Mediaset continuano a propinarci serie come: "Terra ribelle" - di cui anch'io sono in parte responsabile - e "Il peccato e la vergogna", la BBC, ha prodotto e mandato in onda nel 2009 un oggetto misterioso e sgradevole - nel senso buono del termine - come "Psychoville".
Ne ho avuto notizia da Sandrone Dazieri e, immediatamente, sono corso a recuperarlo.
La partenza è quanto di più semplice (e banale) si possa immaginare: a cinque persone che vivono in diverse parti dell'Inghilterra, arriva una busta chiusa con un sigillo di ceralacca. Dentro, vergate a mano con calligrafia ottocentesca, sono scritte solo cinque parole: "I know what you did", "So che cosa hai fatto."
I cinque personaggi che ricevono la missiva - tutte raffigurate nella bellissima locandina che vedete qui sopra e che da qualche giorno fa bella mostra di sé nel mio studio - sono, rispettivamente: un clown con un uncino al posto della mano che terrorizza i bambini durante le feste di compleanno per cui viene assunto, un vecchio cieco ossessionato da una linea di pupazzi di peluche di cui è il più grande collezionista vivente, un'ostetrica convinta che suo figlio si sia reincarnato in un vecchio bambolotto male in arnese, un serial killer ritardato con madre ossessiva a carico e un nano, un tempo attore di film porno e ora impegnato a interpretare Mammolo in una sgangherata e ridicola piece su "Biancaneve".
Quello che li accomuna è che, anni prima, sono stati tutti internati nel medesimo manicomio, dove è stato commesso un brutale omicidio.
La lettera e l'omicidio sono, in realtà, solo un pretesto narrativo per raccontare le storie di questi personaggi che sembrano usciti da un "Freaks show" ottocentesco: tutti decisamente ributtanti e sgradevoli, almeno all'inizio.
Ben presto ad essi si affiancheranno altri characters all'altezza: una copia di laide gemelle siamesi che passano la vita a comprare e a vendere oggetti su e-bay, un medico che ha scoperto da poco la sua vera vocazione... e una coppia di diabolici quanto improbabili amanti.
Se all'inizio si rimane spiazzati e perplessi per il tono sopra le righe e per la facilità con cui la serie passa dalla farsa, al dramma, dall'horror al comico, piano piano si inizia ad entrare nelle storie di questi personaggi, grazie a una sceneggiatura sempre all'altezza, a una recitazione spumeggiante - Reece Shearsmith e Steve Pamberton, i due sceneggiatori, interpretano anche, con grande abilità, più ruoli - e a una serie di trovate a raffica, alcune francamente geniali. Come, per esempio, l'ìdea di trasformare un'intero episodio - il quarto - in una sorta di omaggio a "Nodo alla gola", con tanto di cadavere nella cassapanca, investigatore (?) che arriva sulla scena e un lungo, interminabile piano sequenza che occupa l'intera puntata, proprio come nel film originale, l'unico girato da Alfred Hitchcock senza stacchi.
Omaggiando il genere horror - a tratti, la serie fa davvero paura e Stephen King è citato di continuo - il musical - esilarante una scena ambientata in un museo delle cere dove le statue dei più famosi serial killer si animano e suggeriscono, cantando, a uno dei protagonisti il modo giusto per uccidere - e qualunque altro genere venga loro in mente, Shearsmith e Pamberton riescono anche a farci pensare, a commuoverci per le vicende dei loro strambi personaggi e a farci ridere, in alcuni casi, fino alle lacrime.
Sbracata, irriverente, goliardica, ma anche profondamente drammatica e intelligente, "Psychoville" è, a parere di chi scrive, una serie che va assolutamente vista, soprattutto da tutti coloro che, come me, si sentono, da anni, orfani dei "Monty Python", gruppo a cui i due autori/attori chiaramente si ispirano.

11 commenti:

michele petrucci ha detto...

Sembra veramente interessante… i personaggi sono fantastici…

Davide Riboli ha detto...

Essì... Se il girato vale la metà della locandina dovrebbe essere davvero buono.

Si può trovare in giro?

St. ha detto...

In streaming o su E-mule. In italia non l'hanno ancora mandato,

comativa ha detto...

ma sottotitolato?

St. ha detto...

Sì. Gli episodi sono sottotitolati molto bene dai ragazzi di subfactory che, da fruitore compulsivo di fiction statunitense e inglese, vorrei ringraziare pubblicamente per il loro sempre splendido lavoro.

Massimo ha detto...

Ti ringrazio per Terra Ribelle. Ne ho visto una puntata a casa della mia ragazza con lei e i suoi genitori ed è stato uno dei momenti più esilaranti dell'anno.

comativa ha detto...

A proposito,ot ovviamente, ho letto ancor woman su agenzia alfa. Complimenti per la storia anche se penso che se fosse stato un numero della serie regola avresti potuto migliorarla. Che ne pensi?

St. ha detto...

Beh, la storia è quella. Quando si scrive una storia non sempre si sa dove finirà, poi è Antonio Serra a decidere dove metterla, in base alla programmazione e alle uscite. La cura che gli si dedica è la medesima, sia che si tratti di un "Nathan Never Gigante" che di una storia per "Agenzia Alfa".

comativa ha detto...

la cura non la mettevo in dubbio, intendevo che avrebbe meritato secondo me approfondimenti che una storia più lunga avrebbe permesso. forse aveva altro da dire. tutto qui.

St. ha detto...

Scusa, non avevo capito. Sì, con più pagine a disposizione avrei potuto migliorare la storia, ma è comunque più facile poterle avere su un "Maxi"o un "Agenzia Alfa" che sulla serie regolare. io avevo proposto al Serra una ampliamento, ma secondo lui non serviva.
Detto questo, sono contento che ti sia piaciuta.

Patrizia Mandanici ha detto...

Ho visto solo i primi 15 minuti della prima puntata e già mi piace molto!